Sarà che oggi mi sono svegliata con il sole, o forse perchè mi è venuto il mente il profumo del mare, o forse è solo perchè oggi mi sento una pianticella di questa terra….
Vorrei che già fosse primavera.
Oggi per me lo è.
Sarà che oggi mi sono svegliata con il sole, o forse perchè mi è venuto il mente il profumo del mare, o forse è solo perchè oggi mi sento una pianticella di questa terra….
Vorrei che già fosse primavera.
Oggi per me lo è.
Agata, nata il 230 o secondo altri storici nel 235, era figlia di una famiglia benestante catanese.
Giovinetta si consacrò a Cristo.
La giovine era molto bella, e il proconsole Quinzano, se ne invaghì..
Ma saputo della sua consacrazione, le ordinò di ripudiare la fede.
Agata, con decisione rifiutò. Per corromperne la rettitudine, fu affidata ad una cortigiana: Afrodisia sacerdotessa di Venere e dedita alla prostituzione sacra.
Agata restò fedele al suo credo.
Fu incarcerata, processata e torturata. Le vennero strappate le mammelle.
Quella notte, San Pietro la visitò, la consolò e sanò le sue ferite.
Ma la tortura continuò, venne sottoposta ancora al supplizio dei carboni ardenti.
Quest’ultima violenza le fu fatale, la notte del 5 Febbraio morì nella sua cella.
La città già la proclamava Santa.
Ma non sembrano finire le violenze sul suo martoriato corpo.
Le sue reliquie, furono trafugate a Costantinopoli nel 1040 ma, nel 1126, due soldati bizantini, le rapirono per consegnarle al vescovo di Catania .
Dal 17 Agosto, le reliquie sono conservate nel Duomo di Catania.
Un prezioso busto d’argento custodisce parte del cranio, del torace, e alcuni organi interni.
Altre reliquie (braccia e mani, femori, gambe e piedi, la mammella e il velo). si trovano in un grande scrigno d’argento.
In altre città italiane si trovano frammenti del velo e singole ossa.
Dal 3 al 5 febbraio, Catania onora la sua Santa, con processioni, preghiere, ma anche folklore. Questo ha richiamato pure studiosi internazionali, per valutare il perché e come, una città intera per giorni segue la sua Agata.
Dolci tipici e caratteristici della festa sono “i minni di S.Aita” cioè i seni di S.Agata.
Sono delle cassatelle a forma di seni che ricordano appunto il suo martirio.
Altro dolcetto tipico, sono le olivette in pasta reale.
La leggenda vuole che Agata, inseguita dagli uomini di Quinziano, e trovatasi nei pressi del palazzo pretorio, si fermò a riposare . Si accorse che un calzare era slacciato, e nell’atto di allacciarsi la calzatura, un ulivo comparve dal nulla, la giovine così vi si rifugiò, e si sfamò con i suoi frutti.
Oggi, in ricordo di questo evento prodigioso, si coltiva un albero di ulivo in un’aiuola nei pressi del luogo del martirio.