“…figghiu di lu ventu e di la mavaria…...e lu diu vulcanu ca nan avi abbentu…”
Recita una canzone popolare….
Efesto, figlio di Zeus e della dea Era, abita dentro l’Etna….
Egli è il dio del fuoco, dei metalli; i vulcani sono le sue officine, dove grazie all’aiuto dei Ciclopi,
egli forgia i metalli per costruirne armi invincibili…
Il nome Etna, deriva dal greco a i q w che significa “brucio”.
Nel corso dei secoli, a causa di dominazioni varie, ebbe un altro nome “Mongibello” cioè “il monte per eccellenza”…ma gli etnei, con affetto e rispetto, la chiamiamo “a montagna”!
L’Etna, con un diametro basale superiore ai 40 kl, è ed un’altezza di circa 3350 m., è il vulcano più attivo d’Europa, e uno dei maggiori della terra.
Un monumento geologico che si trova nella Sicilia nord orientale, che bagna i suoi piedi nel mar Jonio.
Per la teoria della deriva dei continenti e della tettonica a placche, l’Etna ebbe origine dallo scontro tra la placca del sud Africa, e la placca eurasiatica a nord.
“A montagna”, si formò nel corso del tempo, per la sovrapposizione di prodotti magmatici provenienti da diversi canali eruttivi.
L’attività iniziale dell’Etna era sottomarina, ed a ciò, che si deve la nascita ad Acitrezza dell’isola Lachea.
Attività vulcaniche esplosive, dai crateri sommitali, con esplosione di nubi di cenere e lava bollente, sia da bocche laterali con fuoriuscita di magna incandescente; hanno interessato per migliaia di anni il territorio Etneo.
Si ricordano colate laviche epocali in periodo classico che hanno dato origine a miti e leggende.
Eschilo, si ispirò alla colata del 475 a.C per scrivere di Prometeo incatenato.
Ma attraversando i secoli, artisti, poeti scienziati, si sono innamorati dell’Etna, dandoci così l’opportunità di poter avere delle testimonianze dirette del “lavoro di Efesto”.
Uno tra tutti Goethe, a cui è dedicata una lapide a Catania che così recita:
“Qui dov’era l’albergo del Leon d’Oro, alloggiò dal 2 al 5 Maggio Volfango Goethe che nella contemplazione beata dell’Etna, e del mare popolati di tanta gloria di miti, ritemprava l’olimpico ingegno allo splendore della greca giovinezza importante.”
Ma nella memoria storica, rimane drammaticamente famigerata l’eruzione del 1669, che seppellì gran parte dei paesi etnei e distrusse gran parte delle città di Catania, giungendo fino al mare.
Il basalto etneo, è una roccia vulcanica effusiva, di tipo basico.
I magmi eruttati all’esterno, si solidificano a seguito di raffreddamento.
Proprio grazie a questo processo, derivano la struttura e la tessitura caratteristica del basalto.
Il magma, durante il percorso di risalita comincia a raffreddarsi, ed è in questa fase che si formano i primi cristalli che solidificano a temperature maggiori.
Arrivato in superficie, il magma, si raffredda con più velocità, anche se a causa della coibendazione, le colate si mantengono calde per parecchi anni.
Grazie alla lentezza del percorso di raffreddamento, si ha la presenza di fenocristalli, cioè cristalli visibili ad occhio nudo.
La composizione chimica, varia da colata a colata.
Questa tabella,ha uno scopo puramente indicativo, non standard.
Composti | Percentuali |
SiO2 | 47 % |
Al2O3 | 18% |
Fe2O3 | 4% |
FeO | 6% |
MgO | 5% |
CaO | 10% |
Na2O | 4% |
K2O | 1,5% |
MnO | 0,2% |
TiO2 | 1,5% |
P2O5 | 0,5% |
Secondo recenti studi, si è appurato che il basalto lavico etneo possiede un gradiete energetico medio alto, i suoi picchi più elevati sono nelle informazioni che trasmette.
A contatto con la pelle, da blandi effetti stimolanti o eccitanti, e ciò in relazione alla persona.
L’informazione per cui il contatto con questo materiale fa bene a livello energetico, è dato dalle “memorie” del fuoco, calore, potenza, espulsione, rilassamento dopo la tensione , vitalità della terra; ma pure dalla presenza di elementi rari(oligoelementi)
Ed Efesto, lavora…
L’Etna, è pure un grandioso architetto.
Grazie alla sua attività possiamo visitare splendide grotte naturali, come la Grotta del Gelo.
Dentro il suo cuore, custodisce un ghiacciaio perenne.
Nel corso dei secoli, il suo aspetto è molto cambiato, infatti oggi non esiste una sola bocca eruttiva, altre al cratere centrale abbiamo il cratere di nord-est, la “bocca nuova” ad ovest e il cratere di sud-est.
Ma la natura aspra e terribile dell’Etna, non impedisce la vita.
Piante, animali e uomini sono riusciti ad evolversi e ad integrarsi al territorio.
La vegetazione, è molto rigogliosa e tipicamente mediterranea, ma ci sono alcune specie endemiche come l’Erba di San Pietro dell’Etna, la camomilla dell’Etna, lo spino santo e la saponaria dell’Etna.
Ma l’uomo è riuscito a strappare all’Etna dei territori coltivandoli a vitigni, frutteti, castagneti..consapevoli che “l’architetto” può riprendersi la terra.